Άρια αρμονία: Μαργαρίτα Αλβάνα-Μηνιάτη και edouard schurÉ
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διαφέρει. […] Πίσω από την εξωτερική μορφή της Μαρίας προσωποποίησε τον
υψηλό τύπο της γυναίκας που είναι εξαγνισμένη από ένα υπέροχο αίσθημα,
την Παρθένο τη μεταμορφωμένη από αιώνια ευτυχία, αυτή που κατέχει πλήρως
όλες τις δυνάμεις, με συνείδηση όλης της δύναμής της.
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Κατά τη γνώμη της Μηνιάτη, κατά τούτο ο Correggio είναι ανώτερος από τους
άλλους ζωγράφους της Αναγέννησης (μεταξύ αυτών και τον Ραφαήλ), διότι
απέκοψε τη χριστιανική τέχνη από τις ιερατικές, εβραϊκές ρίζες της και την επα-
νασυνέδεσε με την άρια παράδοση, εντός της οποίας η γυναίκα εξυψούται, μιας
και δεν συνδέεται μόνο με τις «υψηλές» (
sublime
) ιδιότητες της αγάπης και της
μητρότητας, αλλά, ξεπερνώντας το παραδοσιακό χριστιανικό στοιχείο της παθη-
τικότητας (εντός του οποίου παρέμειναν οι άλλοι ζωγράφοι), λειτουργεί θετικά
ως ενεργός δύναμη του καλού, εκδιπλώνοντας πλήρως τις δυνατότητές της.
21. M
ignaty
, σ. 133-135: «Per l’indipendenza e la spontaneità del suo genio,
il Correggio staccandosi da tutte le idee giudaiche e romane, riannodὸ la tradi-
zione cristiana alla tradizione ariana, nel carattere comune ad entrambe: cioè
nel culto della Luce, simbolo dela vita e dell’eterno vero, e sorgente feconda e
perenne del bene. Egli è profondamente ariano sὶ nel tipo dato da lui alla Vergi-
ne, che è quello della donna trasfigurata dalla omnipotenza sublime dell’amore,
come nella sua interpretazione del Cristo, quale il giusto trionfante. Oltre il culto
della luce, vi è un’altro carattere distintivo delle razze ariane, che non s’incontra
nelle semitiche; quello, cioè, del rispetto per la donna nelle sue più alte qualità.
Quel rispetto si è tradotto, nelle loro religioni, nel culto per la Vergine Madre.
Questi due attributi riassumono quanto v’ha di più elevato e santo nella donna:
la purità e l’amore. Noi vediamo l’idea della “Vergine” affacciarsi, fra gli Arii
primitivi in Maïa, l’Aurora incantatrice, figlia prediletta del Giorno, della quale
gl’inni vedici dicono ch’essa imparte agli uomini “un lucido sguardo nell’intimo
dell’essere loro”. Quella vergine lucente è come il promo luminare della nostra
razza, in compagnia d’Agni, il fuoco sacro. Essa riappare come
Vergina madre
nella leggenda di Krishna e in quella di Buddha, la madre del quale ebbe pure
concezione miracolosa. La ritrovamo quindi in Atene, sotto la forma di Pallade, al
fianco di Apollo, dio della luce e dell’armonia. Quivi essa diviene la vergine indo-
mita, guerriera, attiva, creatrice delle arti e della civiltà, vera fiamma di sapien-
za e d’intelligenza divina. Finalmente la tradizione Cristiana, e segnatamente
la poesia del medio evo, aggiungono un nuovo carattere al tipo della Vergine,
facendo di Maria la consolatrice degli afflitti. Si potrebbe invero affermare che
la leggenda cristiana ha completato l’ideale femminile […] nel dare alla donna
questo carattere eminentemente
passivo
[…]. Il Correggio solo fa eccezione. […]
Sotto le sembianze di Maria egli ha personificato l’alto tipo della donna purificata
da un sublime sentimento, la Vergine trasfigurata per immortale felicità, in pleno
possesso delle sue facoltà e conscia di tutta la sua potenza».